ARTEMISIA Mostra collettiva (Porto Sant'Elpidio settembre 2013)

Dedicata a tutte le donne vittime della violenza, a quelle che hanno
perso la vita per mano di mariti, ex compagni, fidanzati, a quelle che pur
portandone i segni nell’anima e nel corpo sono riuscite a superare, con le
risorse interiori e la capacità di affrontare la quotidianità che è propria del
femminile, questa mostra comprende i lavori di sette artiste che operano
in ambiti espressivi differenti. Le opere esposte non sono, dal punto di
vista dei contenuti, direttamente riconducibili al tema del femminicidio:
Vivianne, Grazia, Sabrina, Cristina, Fulvia, Clara, Marilena attraverso il loro
vissuto, il proprio sentire, le loro esperienze artistiche testimoniano un’arte
che parla del femminile senza imbrigliarsi in stereotipi ma esprimendo, ora
nella sintesi del simbolo, ora nell’esplicita denuncia della sofferenza, ora
attraverso la levità della narrazione, la complessità dell’universo yin.
Un’arte che privilegiando la sfera analogica, intuitiva, rappresenta con
essenzialità le aspirazioni, la consapevolezza, il senso della pienezza
della vita e insieme la fragilità, il vuoto, il silenzio, il volo e la caduta. È
un’arte non intenzionalmente ma intrinsecamente, profondamene legata
all’universo femminile, un’arte che trasmette il valore della flessibilità,
necessaria a navigare tra le asperità dell’esistenza, la forza del dubbio,
del saper comprendere la complessità del reale apprezzando la diversità.
Un’arte dalla parte delle donne ma certamente non contro gli uomini di
cui siamo madri e compagne, con cui condividiamo la genitorialità e la
responsabilità dell’eventuale analfabetismo affettivo dei nostri figli.
Arte come sguardo sul mondo e nel proprio microcosmo interiore, arte
come risorsa inesauribile per cercare di cambiare la realtà.
                                                                                                   Daniela Simoni





 
       ("Sulla cima di una montagna" , tecnica mista , 100x110cm) 
 
 
Quella di Marilena è una prospettiva femminile per la forte valenza che
ha la componente emotiva, intuitiva del suo lavoro; il concetto del doppio,
del gioco degli opposti è uno degli aspetti dominanti della sua ricerca, che
riflette sul senso del nostro essere nel cosmo: materia-spirito, ragione emozione,
solare-lunare, abisso-cosmo, istante-eternità, Yin e Yang.
Nodale è il tema della creazione intesa sia come atto artistico che in
assoluto. C’è uno sperimentalismo legato allo studio dell’antico, con l’uso
di superfici gessose, carte trattate, ritagli di stoffa e sovrapposizione di
diverse tecniche come la serigrafia e l’incisione.
Soggetto delle sue opere sono spesso figure femminili come nella serie
delle Vestali, simbolo di “coloro che tutelano un valore ideale, un principio
con grande intransigenza e rigore”; in Sulla cima di una montagna l’esile
donna rappresenta il desiderio di ascesa attraverso impervi cammini di
pietra per poi sedersi sopra e contemplare, forse riposare, vedere gli antichi
fuochi da lontano. Il rosso evoca il sangue, quello legato alla procreazione
ma anche quello purtroppo spesso versato per aver osato scalare quella
montagna ed essere giunta così in alto da sembrare intoccabile.