"Mi pais", serigrafia ed acquaforte per il libro "Raices"
MarilenaSutera
FUORI CENTRO
ALVEARE MILANO
Via della Ferrera, 8 .- 20142 Milano
Giovedì 5 maggio 2016
ore 18.30
INAUGURAZIONE DELLA
MOSTRA
che dura fino al 29
maggio 2016
“FUORI
CENTRO”
Mostra
personale di Marilena Sutera
a cura di
LeoNilde Carabba
“Mi contraddico, ebbene sì mi
contraddico,
contengo moltitudini.”
Walt Whitman
“Le grandi doti paradossali sono,
principalmente, essere saggia
e acquisire di continuo nuovi
insegnamenti; essere ricolma di spontaneità
e affidabilità; essere
selvaggiamente creativa e risoluta;
essere audace e accorta;
proteggere la tradizione ed essere originale.....
Se sei interessata a queste
divine contraddizioni,
sei interessata anche
all'archetipo misterioso e irresistibile
della donna saggia di cui la
grande madre
è una rappresentazione
simbolica......
Il fondamento della
<grandezza> contrapposto alla
<mera ordinarietà> è spesso
conquistato... attraverso
crolli e ferite devastanti,
slanci dello spirito, svolte sbagliate
ed eccitanti nuove partenze
subiti precocemente in gioventù,
nella mezza o nella tarda
età.”
Clarissa Pinkola Estés - La
danza delle grandi madri
Il mio incontro
con Marilena è avvenuto sotto la protezione di Ildegarda
e quindi è
magico. Marilena è un artista consapevole, sa cosa fa e perché.
Non è da
tutti. Lascio parlare lei: “Sto percorrendo
questi anni della mia vita con un gran desiderio di prendere tutto, non
lasciare nulla dietro le mie spalle, con
la consapevolezza che sia quasi un dovere godere dell’energia vitale che
tiene al mondo noi e tutto ciò che vive intorno a noi. Ildegarda da Bingen dà un nome a questa
energia vitale , la chiama “viriditas” e
nel suo pensiero è fondamentale, il
concetto della “ corrispondenza” tra Dio e Natura, tra uomo e mondo:”….come il
soffio dell’anima tiene insieme il corpo con fermezza, così i venti più forti
animano quelli sottomessi…”,”… come l’acqua irriga la terra così l’anima
penetra in tutto il corpo..” (Liber
Divinorum Operum). L’uomo e tutta la natura che lo circonda si corrispondono perché uniti e animati dalla
stessa forza vitale, la viriditas.”
“FUORI
CENTRO” è un paradosso, bisogna essere centrati per permettersi
di essere
fuori centro. Amo l'arcaicità moderna di Marilena. Un paradosso,
appunto. In
questo punto instabile che è nello stesso tempo qui e ora e altrove
c'è una
Poesia che sconfina i generi. Marilena spazia, con grande libertà, in
diversi
generi. Acquerello, garze, foglia d'oro, acquaforte, serigrafia e sempre
l'immaginario
vince sul reale, che però è presente ed anche il doppio è lì a
farci
riflettere sullo stato della nostra mente – sul nostro sentire con tutti i
pori aperti.
La metafisica qui è concreta, vitale e chiede il perché del nostro essere qui –
del nostro essere incarnati – del significato, dei significati.
L'idea
contemplata si fa carne, materia vivente, icona sacra fuori da ogni schema e/o
dogma. L'unica certezza è che siamo in cammino qui è ora e lei
nel cammino
non è sola, perché non è solo artista, è anche madre, o meglio
Madre. Qui
di nuovo faccio parlare lei: “ Nell’ultima opera , “Intera”, ho fatto una
forma unica, centrale appunto, sono io ma non sono da sola, ho i miei due figli
accanto. Io divento intera solo con loro, inglobati dentro di me. Vorrei essere
al centro insieme a loro. Non potrei trovare il mio centro senza di loro. E’
normale per una madre. La figura, in apparenza
un corpo unico con tre teste, è circondata dal cielo. Il cielo è Uranos,
il padre, colui che feconda Gea, la terra, e genera la prole.”
Marilena
scende nell'inconscio collettivo a cercare sé
stessa e risale con frammenti di bellezze arcane e fiori e frutti che
sono di questa realtà, ma anche di altre più sottili e più eteree. E
nell'incontro tra le varie parti di sé aiuta chi guarda i suoi quadri con
attenzione vigile ad incontrare sé stesso e questo è un dono che nasce dalla
capacità di darsi quasi senza pudore e così la Carne - la Luce ed il Buio si
incontrano in una Danza senza confini.
CONVEGNO “HILDEGARD VON BINGEN, LA VISIONE ARMONICA NELLA COMPLESSITA’ SOCIALE” 16/04/2015 Università Roma Tre
Marilena Sutera interviene al convegno “HILDEGARD VON BINGEN, LA VISIONE ARMONICA NELLA COMPLESSITA’ SOCIALE”, organizzato presso l’Università ROMA TRE,
Dipartimento di Scienze della Formazione, con la relazione “Bellezza formale e
spirituale nelle miniature di Ildegarda”
TRA DI NOI
TRA DI
NOI
A cura di Shara Wasserman e Tiziana Musi
11-20 Marzo 2014
Inaugurazione martedì 11 marzo 2014 ore 19
Lungotevere Arnaldo da Brescia 15
00196 Roma
info 06 320 2808
La mostra Tra di Noi rappresenta un’occasione importante per mettere a confronto artisti diversi per formazione e provenienza che condividono tutti, come maestri, l’esperienza dell’insegnamento all’interno di facoltà di belle arti. E consente , poi, una riflessione sulla molteplicità dei saperi artistici oggi.
Partecipano per l’Accademia di Belle Arti di Roma
Giovanni Albanese, Andrea Attardi, Ciriaco Campus,
Luca Coser, Margaret Dorigatti, Paolo Laudisa, Enrico Luzzi, Roberto Piloni, Anna Romanello, Vincenzo Scolamiero
e Marilena Sutera.
La Temple
University Rome presenta Cinzia Abbate,
Docenti
della Accademia di Belle Arti di Roma
e
della Temple University RomeA cura di Shara Wasserman e Tiziana Musi
11-20 Marzo 2014
Inaugurazione martedì 11 marzo 2014 ore 19
Gallery of Art
Temple University RomeLungotevere Arnaldo da Brescia 15
00196 Roma
info 06 320 2808
La mostra Tra di Noi rappresenta un’occasione importante per mettere a confronto artisti diversi per formazione e provenienza che condividono tutti, come maestri, l’esperienza dell’insegnamento all’interno di facoltà di belle arti. E consente , poi, una riflessione sulla molteplicità dei saperi artistici oggi.
Partecipano per l’Accademia di Belle Arti di Roma
Giovanni Albanese, Andrea Attardi, Ciriaco Campus,
Luca Coser, Margaret Dorigatti, Paolo Laudisa, Enrico Luzzi, Roberto Piloni, Anna Romanello, Vincenzo Scolamiero
e Marilena Sutera.
La Temple
University Rome presenta Cinzia Abbate,
Mario Teleri Biason, Roberto Caracciolo, Lucy Clink,
Anita Guerra, Andrew Kranis, Katherine Krizek, Roberto Mannino, Liana Miuccio,
Susan Moore e Carolina Vaccaro.
La mostra costituisce un punto di arrivo della
collaborazione ormai consolidata tra la Temple University Rome e l’Accademia di
Belle Arti di Roma, e ulteriormente rafforzata
oggi dall’arrivo delle due nuove direttrici Hilary Link e Tiziana D’Acchille.
ARTEMISIA Mostra collettiva (Porto Sant'Elpidio settembre 2013)
Dedicata a tutte le donne vittime della violenza, a quelle che hanno
perso la vita per mano di mariti, ex compagni, fidanzati, a quelle che pur
portandone i segni nell’anima e nel corpo sono riuscite a superare, con le
risorse interiori e la capacità di affrontare la quotidianità che è propria del
femminile, questa mostra comprende i lavori di sette artiste che operano
in ambiti espressivi differenti. Le opere esposte non sono, dal punto di
vista dei contenuti, direttamente riconducibili al tema del femminicidio:
Vivianne, Grazia, Sabrina, Cristina, Fulvia, Clara, Marilena attraverso il loro
vissuto, il proprio sentire, le loro esperienze artistiche testimoniano un’arte
che parla del femminile senza imbrigliarsi in stereotipi ma esprimendo, ora
nella sintesi del simbolo, ora nell’esplicita denuncia della sofferenza, ora
attraverso la levità della narrazione, la complessità dell’universo yin.
Un’arte che privilegiando la sfera analogica, intuitiva, rappresenta con
essenzialità le aspirazioni, la consapevolezza, il senso della pienezza
della vita e insieme la fragilità, il vuoto, il silenzio, il volo e la caduta. È
un’arte non intenzionalmente ma intrinsecamente, profondamene legata
all’universo femminile, un’arte che trasmette il valore della flessibilità,
necessaria a navigare tra le asperità dell’esistenza, la forza del dubbio,
del saper comprendere la complessità del reale apprezzando la diversità.
Un’arte dalla parte delle donne ma certamente non contro gli uomini di
cui siamo madri e compagne, con cui condividiamo la genitorialità e la
responsabilità dell’eventuale analfabetismo affettivo dei nostri figli.
Arte come sguardo sul mondo e nel proprio microcosmo interiore, arte
come risorsa inesauribile per cercare di cambiare la realtà.
Daniela Simoni
("Sulla cima di una montagna" , tecnica mista , 100x110cm)
Quella di Marilena è una prospettiva femminile per la forte valenza che
ha la componente emotiva, intuitiva del suo lavoro; il concetto del doppio,
del gioco degli opposti è uno degli aspetti dominanti della sua ricerca, che
riflette sul senso del nostro essere nel cosmo: materia-spirito, ragione emozione,
solare-lunare, abisso-cosmo, istante-eternità, Yin e Yang.
Nodale è il tema della creazione intesa sia come atto artistico che in
assoluto. C’è uno sperimentalismo legato allo studio dell’antico, con l’uso
di superfici gessose, carte trattate, ritagli di stoffa e sovrapposizione di
diverse tecniche come la serigrafia e l’incisione.
Soggetto delle sue opere sono spesso figure femminili come nella serie
delle Vestali, simbolo di “coloro che tutelano un valore ideale, un principio
con grande intransigenza e rigore”; in Sulla cima di una montagna l’esile
donna rappresenta il desiderio di ascesa attraverso impervi cammini di
pietra per poi sedersi sopra e contemplare, forse riposare, vedere gli antichi
fuochi da lontano. Il rosso evoca il sangue, quello legato alla procreazione
ma anche quello purtroppo spesso versato per aver osato scalare quella
montagna ed essere giunta così in alto da sembrare intoccabile.
"CAPOVOLTA" mostra personale Porto San Giorgio (FM) Luglio 2013
CAPOVOLTA
Disancorata dal porto sicuro delle convenzioni, nel
libero spazio della creazione, la realtà si manifesta nella sua essenza:
duplice, ambigua, frantumata. Tra l’istante e l’eterno, tra l’abisso e il cosmo,
tra l’essere e il nulla, la vita si snoda nella dialettica tensione degli
opposti, visivamente rappresentati dallo sdoppiamento dei profili, dalla
roteazione fisica delle figure che sfuggono alla legge di gravità.
L’incontro, il precipizio, il volo, l’equilibrio
instabile, la sospensione sono tutte metafore del nostro essere nel mondo,
della riflessione sull’enigma dell’esistenza, della ricerca del sè rappresentate con delicatezza, lirismo,
sottile ironia. L’identità stessa è scissa, l’io non è un punto fermo e certo, circoscrivibile
con un’unica linea ma si declina in diverse forme.
Anche gli strumenti espressivi usati da Marilena
Sutera sono improntati ad un sostanziale dualismo: da un lato la matericità
pittorica vibrante, quasi carnale, dall’altro la levità del segno grafico che
sostiene l’invenzione, la rilancia con energia nello spazio sospeso.
L’arte, attraverso la sua forza catartica, affronta
le paure più profonde, gli interrogativi
irrisolti, offrendo, con un uso quasi alchemico di linea e colore, dei piccoli
frammenti di realtà in cui tutto, come nel sogno, magicamente sembra svelarsi.
Daniela Simoni
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